… alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta

 

Appendice 6[1]

 

Maria Valtorta: I Quaderni del 1945-1950 – ed. C.E.V.

 

4.11.47

Dico a Gesù, ripensando a quei dettati sul Peccato Originale[2] che Egli ha voluto annessi all’Opera: “Ora faranno nuove obbiezioni e mi tormenteranno ancora”, e ho paura.

Mi risponde Gesù: «L’opera è più per i maestri che per le folle. I maestri daranno alle folle il succo dell’opera. Ma essi, per dare quel miele, hanno bisogno di nutrirsi dei fiori di verità che Io ho dato.

Tutto è verità nella Religione. Solo che da millenni e millenni alcune verità sono date e dette con figure o simboli. E questo non basta più ora, in questo secolo di razionalismo e di positivismo e - perché non dirlo? - di incredulità e dubbio che penetrano anche nei miei ministri.

Non basta più. La favoletta del pomo, così come è detta, non persuade, non è accettata, non dà aumenti di fede, ma anzi indebolisce la fede sulla verità della Colpa d’origine, e perciò sulla verità della mia venuta per redimere la Colpa d’origine, e perciò sulla mia predicazione perché ero Maestro fra le folle, e perciò sull’istituzione divina della Chiesa, e perciò sulla verità dei Sacramenti, e potrei durare per molto ad elencare quanto fa crollare il non accettare la quarta verità di fede, ossia la colpa d’Adamo.

La prima verità è l’esistenza di Dio.

La seconda, la ribellione di Lucifero e perciò la libera trasformazione dell’arcangelo nel Demonio, in Satan, e perciò dello spirito del Male e delle Tenebre opposto allo spirito del Bene e della Luce.

La terza, la creazione.

La quarta, la colpa di Adamo, anteveduta nella sua divina conseguenza da Lucifero che divenne Satan per non adorare Me, Gesù Cristo, Figlio di Dio, Redentore dell’Uomo, suo Avversario e Vincitore.

La favoletta del pomo non basta più alle folle di oggi e soprattutto ai maestri di oggi, i quali la insegnano male perché il loro pensiero non la può accogliere più. Alla sottile, metodica erosione e corrosione del razionalismo e altre tendenze dell’oggi, si opponga una aperta, schietta, plausibile, credibile, dignitosa - come si conviene a cosa che ha rapporto con Dio, che è prova messa da Dio ai suoi creati - versione, l’unica sincera, reale versione del primo peccato. E crederanno di più i maestri, e sapranno far credere di più i fedeli. Ciò che è buono all’alba dell’Umanità fra i crepuscoli dei primi evi, è insufficiente e anche nocivo alla sera dell’Umanità, quando gli spiriti sono adulti e ammaliziati da tante cose.

Diamo luce! Diamo luce! Ché nella luce è vita ».



[1] Nota importante: Tutti i ‘grassetti’ riportati nei testi, con riferimento in particolare ai brani valtortiani, non sono contenuti nel testo ufficiale dell’Opera della Mistica, ma sono stati qui inseriti per attirare l’attenzione dei lettori su determinati concetti meritevoli di particolare attenzione. Il corsivo invece si trova nel testo originale.

[2] Nota dell’editore: dettati, che sono nel capitolo 17 dell’opera “L’Evangelo” e ai quali si rimanda, nel presente volume, in data 31 gennaio e 18 febbraio 1947.


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Movimento per una Nuova Evangelizzazione ... alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta - 2011

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